venerdì 28 ottobre 2011

"Servo Vostro" ovvero "ciao" (non è difficile!)

Questa è la definizione che il Sabatini Coletti dà di “saluto”:

saluto
[sa-lù-to] s.m.

1 Parola o gesto d'affetto, simpatia o rispetto, spesso di carattere formale, rivolti a una persona quando la si incontra o ci si accomiata: rivolgere, rendere il s. || togliere il s., evitare anche il minimo rapporto con qlcu., per inimicizia, rancore o disprezzo | s. militare, atto convenzionale consistente nel portare la mano destra tesa alla fronte 
2 Manifestazione di buona accoglienza o di rispetto, espressa con parole di circostanza in cerimonie ufficiali SIN omaggio: l'estremo s. ai caduti
3 (spec. pl.) Formula di cortesia usata soprattutto in cartoline e in chiusura di lettere: cari, cordiali, distinti s. || tanti s.!, nel l. fam., espressione usata per porre termine a un dialogo, per congedare qlcu. in fretta; in senso fig., pazienza, poco male: la partita è perduta e tanti s.
sec. XIII

Io aggiungerei: «Antico, normale e naturale atto di  reciproca e gratuita educazione, che non implica estenuanti fatiche né per chi lo dà, né per chi lo riceve, e che, per qualche assurda ragione, si sente il bisogno di celebrare».
Domani finisce La settimana del saluto:

Sette giorni per rieducarci all’arte del saluto. Per ricominciare a dire “ciao” o ”buongiorno”, “buonasera”, “arrivederci”. Magari con un sorriso. Nelle parole del sociologo Ilvo Diamanti “un saluto serve a stabilire una relazione. Un legame. Nulla di vincolante. Ma la persona con cui hai ‘scambiato’ il saluto – dopo – non è più un ‘altro’. Diventa un ‘prossimo’. Un cenno di saluto serve, dunque, a tracciare un perimetro dentro il quale ti senti maggiormente a tuo agio”.
Eppure in città i saluti si fanno sempre più rari. Anche per chi abita in maniera stabile la nostra quotidianità: dai compagni di autobus a quelli di scuola, dai colleghi di lavoro alle persone che incontriamo abitualmente per strada, dai vicini di casa al giornalaio, dai commessi dei negozi agli impiegati degli sportelli. E così ci troviamo ad attraversare la città in un isolamento che si apre raramente.
Per questo torna con la seconda edizione “la settimana del saluto” per ricordare a tutti che “il saluto è salutare”. E per riflettere sul valore della gentilezza come regola elementare del vivere civile, una strada per rendere la vita più leggera. Per una settimana, e per tutto l’anno.



Due reazioni mi scatenano le varie settimane (del saluto, del sorriso, dell'educazione, della gentilezza, del grazie, del prego...), una di stupore: «Ma stiamo scherzando? C'è bisogno di una settimana eletta per fare delle cose così ovvie???» e una di amarezza: «Evidentemente sì». Purtroppo!

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