sabato 5 maggio 2012

Nice to read you


“Vedi Napoli e poi muori”


Vedila bene però, attraverso gli occhi di chi la ama come si ama un figlio bellissimo, intelligente, affettuoso, che però a un certo punto è cambiato, ha preso cattive strade e si è perso...

Leggi Antonio Menna: i post cronachistici, i post narrativi, il post evolutosi in libro, il racconto che sposta la lente di ingrandimento su un personaggio difficile che ha “gli occhi rossi e le palle quadrate”…
Menna usa la scrittura come un fendente che fa male, fino alla morte, come una piuma che fa rabbrividire, come una mano calda su un cuore che batte all’impazzata; leggerlo è come andare su una bicicletta senza freni, in discesa: puoi romperti tutto, o farti solo qualche graffio, ma la sensazione di quella corsa è qualcosa che ti tornerà in mente finché avrai vita.
Che tu sia d’accordo o no con tutto quello che scrive, che tu conosca o no i suoi luoghi, c’è sempre qualcosa che ti crea il vuoto intorno mentre lo stai leggendo: del resto non è necessario conoscere e amare Paganini per capire che la quarta variazione di Brahms è perfetta.

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