domenica 7 ottobre 2012

MLA, salutam'a soretə



Ho un sacco di cose da scrivere perché nella nostra settimana ci sono stati dei punti cardine che vanno sviluppati:

1) Ho preparato tagliatelle al ragù e melanzane alla parmigiana per la nostra nuova amica musulmana che ci ha fatto scoprire molte cose sull'Islam, e che ci ha confermato (se ce ne fosse stato bisogno) che tutto il mondo è paese!

2) Luchino ha partecipato a una Masterclass ed è stato sublime: ha suonato la Liszt Hungarian Rhapsody Nr. 12 e tutti sono rimasti colpiti dalla sua maturità e dalle sue grandi capacità... Di fronte a quei complimenti lui non ha potuto fare altro che pensare al maestro della sua vita, che vive dove quest'anno si sono succeduti nevicate e terremoti, e dai cui silenzi e mezzi sorrisi ha reimparato a suonare e a pensare la musica e il suo insegnamento in un modo nuovo.

3) La consegna di alcuni scritti ci ha messi di fronte al MLA format. Non capiamo la fissazione degli americani per il template! "Io non posso stare fermo, con le mani nelle mani" mentre fior fiori di professori mi dicono che la cosa PIÙ importante quando scrivi una composizione è il layout: "se mi vedo arrivare una tesi con dei contenuti così così e vari errori di grammatica, posso soprassedere se questa è scritta in Times New Roman 12, doble space, inizio paragrafo rientrato, note citate così, intestazione sistemata pomì, etc." (libera traduzione di mignolo blu).
No, gioia, non posso essere d'accordo: io prima ho imparato a scrivere in italiano, poi ho imparato a scrivere bene in italiano, poi ho imparato a scrivere benissimo in italiano (e ad essere modesta, soprattutto) e alla fine mi sono preoccupata della forma che - sì è importantissima ma - NON può essere la prima cosa, sorry!

4) Non so cosa intendeva quello quando diceva "nei peggiori bar di Caracas" ma da questa settimana so cosa intende un texano quando dice "nei migliori ristoranti di San Marcos" (magari approfondirò questo punto su un altro post).

5) Il bachelor qui è come la scuola media superiore da noi: ragazzini tra i 19 e i 22 anni che sghignazzano e poltriscono ansiosi che arrivi il venerdì per sballarsi. Il master, invece, non è nemmeno quello come da noi: si tratta di lezioni obbligatorie per piccoli gruppi di studenti dai 24 anni in su (ma "in su" davvero), con esercitazioni settimanali e esami in itinere. Se vuoi continuare col dottorato ti conviene fare la tesi, altrimenti puoi anche scegliere di non farla! o_O
Ci vuole costanza per riuscire, e noi per fortuna una in famiglia ce l'abbiamo...

6) Ieri sera siamo stati alla messa in scena delle opere alla cui realizzazione Luca ha collaborato accompagnando i cantanti per circa un mese. Le opere erano Slow Dusk* (1948-49) di Carlisle Floyd, e Trouble in Tahiti (1951) di Leonard Bernstein: bellissime!!! Nonostante l'ipoteca europea e soprattutto italiana, non abbiamo affatto disdegnato queste due opere americane, anche perché gli interpreti sono stati molto bravi e la messa in scena è stata molto efficace.


Che più? Pizza gratis, piscina, ricezione e immediata sparizione del primo stipendio per pagare la rata della tuition, raffreddore e piccoli momenti di grazia: questo è il paese delle grandi contraddizioni, infatti mi capita di "contraddirmici" spesso, perché nonostante la fonte inesauribile di cose assurde che scopro, attonita, ogni giorno, mi trovo bene, giacché sembra che apprezzino quello che abbiamo fatto finora e quello che stiamo facendo qui...

Vorrei cocludere, se l'MLA format me lo consente, copiando qui l'oggetto di un Faculty Announcement appena ricevuto: "Theft of equipment in Room 102", e una piccola chiosa:

Si futteru computer e proiettore! Ne' maravigghi si ci 'nchiappa...



* Floyd’s first opera Slow Dusk is a simple, powerful story set in the sand hills of the Carolinas amidst poverty and low-keyed religious fanaticism. The story unfolds around the tragedy of a May afternoon, which alters the course of a young girl’s life. Aunt Sue, a rough-hewn woman of middle age, opposes the marriage of her niece Sadie to Micah Hatfield, who lives across the pond and who belongs to the Truelights, a different religious sect than the Disciples, to which Sue’s family subscribes. Sue painfully and patiently gives her niece her reasons for opposing the marriage.  Music marks the passing of time from late afternoon until dusk, and in the evening, Sue reports to Sadie that Micah has drowned during the day while fishing.  Jess, Sadie’s brother, consoles his aunt who feels guilty from her sense of complicity. Sadie vows fidelity to Micah’s memory, mourning the emptiness of her life without him. (http://www.boosey.com)

Nessun commento:

Posta un commento