martedì 9 luglio 2013

Nuvoloni neri neri

Quando ero adolescente, vicino casa mia organizzavano una piccola festa dell'unità che durava cinque sere. Quanto mi piaceva quella festa... ne ignoravo anche i più noti significati politici, per me voleva dire solo giostre, musica, possibilità di fare tardi.
Questa, insieme alla sagra della salsiccia, era la mia festa estiva preferita.
Purtroppo, puntualmente, ogni pomeriggio di quei cinque giorni, il cielo iniziava a riempirsi di nuvoloni neri neri, l'aria di un dolcissimo profumo di pioggia, l'orizzonte di lampi, e così iniziava il temporale, furioso e meravigliosamente breve.
L'acquazzone mi faceva tribolare, temere che la tanto agognata uscita non potesse avere luogo, e nello stesso tempo rinfrescava l'aria, e mi faceva sperare di poter uscire subito dopo la sua conclusione indossando qualcosa di autunnale (chissà perché risultava sempre parecchio eccitante poter fare sfoggio di un maglioncino di cotone, o di un giubbino in piena estate)!
Oggi non devo andare da nessuna parte e sono immersa nell'insano ozio grammichelese fino al collo, vorrei aver concluso qualcosa che vada al di là dell'auto-nutrizione e dell'aver assistito ad un macabro spettacolo che vedeva protagonisti una nonna e un topo, invece mi ritrovo con una felpa e una vaga sensazione di insoddisfazione addosso, annusando la pioggia e pensando a un pianista disgraziato, influenzato e un po' esaurito e stasera anche turrito.
¡Mucha mierda, músicos!




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