domenica 20 aprile 2014

Viva sono!

- Facciamo una cosa, Antonio: visto che ti piace il caffè americano, vieni qua da Mochas&Javas che ne fanno uno fenomenale, e a me personalmente fa un sacco di compagnia. Offro io! Però tu porti le sfogliatelle, OK? (mezzo chilo, miste). Dai, così parliamo dei nostri ultimi folli mesi, di sudate carte, esami sfiancanti, papers e conferenze in paradiso. Ti dico di audizioni in giro per gli States che hanno lasciato tutti senza fiato, almeno quanto poi la somma dei loro risultati ha lasciato senza fiato Luca.  Ti dico di soddisfazioni miste a sconforto e un gigantesco punto interrogativo che si è materializzato sulle nostre teste e ti racconto dinamiche che facciamo fatica a capire. Ci sediamo al terzo tavolo a destra, dove c'è la presa per ricaricare la batteria del computer e la lampada viola: lì è perfetto perché non è isolato come al di là dell'arco, ma non è nemmeno troppo esposto, e soprattutto non ci arriva la luce al neon dell'altra stanza. Chiediamo che mettano quel CD che mi piace tanto, così mi metto a piangere pure con te.

- Ma come? Una studentessa così outstanding, così successful, che piange come una cretina?

- Sì.

- Ma come? Accettata da quattro programmi di PhD con full-tuition e full-assistantship?

- Sì.

- Perché?

- Perché il destino è burlone, e qualcosa è andata storta. Perché la terra della meritocrazia fa giri strani, giravolte, capitomboli e tripli salti mortali per arrivare al merito, ha bizzarri metri di giudizio, e soprattutto vi si aggirano nani malefici: più bassi di Brunetta, più brutti di Berlusconi, e più stronzi della Santanchè.

- Vabbuo' jà!

- O'ver! Costoro - i nani malefici - scrivono lettere di raccomandazione al contrario, per il gusto di rovinare la vita a persone che hanno passione per quello che fanno e credano che la musica sia bella anche quando è - rullo i tamburi: tccccccccccccccc... ptc! - gratis!
Sapevamo che avremmo dovuto fare delle scelte e sacrificare qualcosa, e al sacrificio siamo estremamente avvezzi, ma così ci stiamo spingendo un po' oltre.
Siamo agli sgoccioli ed è triste chiudere parentesi così intense: è come distribuire tra i miei alunni più F di un consolato americano in Cina che rilascia Visti Studente, solo perché a colazione inzuppano l'ala di pollo nella tequila e vengono alla lezione n° 40 dicendo: YO NO GUSTO ESPAÑOL.
Sappiamo di aver lasciato una traccia del nostro passaggio a Texas State, ma "passat'a festa..." si sa! Avevamo fatto l'occhio alle brutture over-campus, alle ciabatte e ai calzini, e forse in un posto troppo freddo per siffatti calzari, e troppo cool per le brutture ci mancherà tutto questo. E così gli amici, i colleghi e i professori... il sole (?). A me in particolare penso mancherà l'apprezzamento quotidiano al quale, purtroppo, mi sono abituata, ma magari, imparerò finalmente a stirare le camicie (non tutti i mali vengono per nuocere -- aaaaaaaaaahahahah).
Quest'estate in Spagna mi porterò un Master, una tesi, due lingue, un mucchio di esperienza e tanti ricordi in più... ma anche un milione di paure: nuove, vecchie e ricorrenti.

Veniamo ora alla vera finalità dell'invito:
- Antonio, tu che lo conosci bene a San Gennaro: un miracoluccio? Ha 24 ore di tempo... Dicitencello vuie!

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